Adotta un Orsetto d’Acqua

di Juanne Pili.

E’ arrivato il momento di parlare del mio Orsetto d’Acqua domestico, meglio noto come Tardigrado. Non è carino? Anche voi potreste adottarne uno.

Water bear (Macrobiotus sapiens) in moss. Color enhanced scanning electron micrograph (SEM) of a water bear in its active state. Water bears (or tardigrades) are tiny invertebrates that live in aquatic and semi-aquatic habitats such as lichen and damp moss. They require water to obtain oxygen by gas exchange. In dry conditions, they can enter a cryptobiotic state of desiccation, known as a tun, to survive. In this state, water bears can survive for up to a decade. This species was found in moss samples from Croatia. It feeds on plant and animal cells. Water bears are found throughout the world, including regions of extreme temperature, such as hot springs, and extreme pressure, such as deep underwater. They can also survive high levels of radiation and the vacuum of space. Magnification: x250 when printed 10cm wide.

Esistono già in Rete diversi tutorial, segnaliamo in particolare  quello di WikiHow ed il video di Coma Niddy, su YouTube, il quale ha dedicato addirittura una canzone a questo straordinario essere, Water Bear Don’t Care. La simpatia che questo animale suscita può portarci ad osservarlo per ore chiedendoci come sia il  Mondo che sente, fatto di percezioni del suo microcosmo, soprattutto chimiche, tanto da ispirare riflessioni filosofiche, come quella di Rick DuFer.

Certo non avrà la pucciosità di un gattino, ma ricorda vagamente un Orso dotato di otto zampe, inoltre non dovrete preoccuparvi di cambiargli la sabbietta. Il Tardigrado è noto fin dagli albori del microscopio, venne scoperto dal pastore protestante Johann Goetze nel 1773. Divisi in numerose specie hanno una lunghezza che varia tra 0,5 ed 1,5 mm. Piccoli, grassi e con quattro paia di zampe artigliate, fanno pensare ad un essere alieno. Ed effettivamente la loro resistenza in condizioni mortali per la maggior parte di qualsiasi essere gli hanno permesso persino di viaggiare nello spazio come è stato dimostrato in un recente esperimento.

Eh sì, water bear don’t care. L’Orsetto d’Acqua può sopravvivere in ambienti talmente estremi da uccidere una legione di Rambo. Temperature appena superiori lo zero assoluto o al di sopra del punto di ebollizione dell’acqua, gli fanno un baffo; pressioni sei volte maggiori a quelle che si trovano nei più profondi fondali marini per lui sono un caloroso abbraccio. Che dire poi delle radiazioni? anche centinaia di volte superiori a quelle letali per gli esseri umani; persino in questi casi il Tardigrado se ne fotte alla grande. Figuriamoci cosa può fargli il vuoto dello spazio esterno. In caso di scarsità di cibo potrebbero digiunare dieci anni. Nemmeno Pannella oserebbe tanto.

Ma non chiamateli estremofili. Non sono adatti a sfruttare queste condizioni. Vale a dire che comunque la loro probabilità di vita si riduce proporzionalmente al numero di esposizioni a condizioni estreme. Anche loro, in fondo, hanno delle fragilità.

orsetto petri

Come si adotta un Orsetto d’Acqua? Innanzitutto dobbiamo procurarci un microscopio ottico e delle piastre di Petri – all’inizio ed alla fine di questo articolo potete visualizzare gli appositi banner Amazon – se ne possono trovare vari tipi a prezzi accessibili. A meno che anche voi non siate quel tipo di nerd che per Natale lo aveva chiesto in regalo ai genitori, allora non vi resta che scendere in cantina. Questo animale è diffuso in tutto il mondo, vi basterà farvi un giro in giardino a caccia di muschio, magari nella corteccia di un albero, l’importante è che sia umido.

A questo punto mettete i campioni raccolti nella vostra piastra di Petri versando acqua distillata o piovana fino ad un centimetro di altezza ed aspettate almeno un giorno; questo permetterà al nostro Orsetto di riattivarsi. Il giorno dopo spremete l’acqua del campione in un’altra piastra e divertitevi a cercarlo col microscopio. Una volta trovato ricordatevi di dargli del muschio nuovo almeno una volta al mese e ovviamente versate sempre nuova acqua, magari con una siringa a cui avete tolto l’ago.

A meno che non investiate più soldi per un microscopico più performante non potrete postare nei vostri Social Network preferiti le foto del vostro Orsetto, ma non è detto che questo sia un problema.

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